IN MEMORIAM

FRIEDRICH-WILHELM VON HERRMANN

 

Friedrich-Wilhelm von Herrmann nel giugno 2019 
alla firma del Learning Agreement per chi scrive

 

 

 

La recente scomparsa del Professor Friedrich-Wilhelm von Herrmann trova in Aristotelica una sede opportuna di ricordo: von Herrmann faceva infatti parte del Comitato scientifico della Rivista nel 2022, anno di fondazione della stessa. Il dato è in sé significativo. A più di vent’anni dalla sua Emeritierung, questo studioso d’eccezione continuava a prendere parte alle iniziative (spesso di natura internazionale) che reputava di rilievo scientifico: l’adesione all’Advisory Board di Aristotelica è stato il suo ultimo impegno editoriale.

L’intensa attività degli anni più recenti è legata proprio all’Italia, alla quale fu sempre particolarmente legato e da cui provengono diversi suoi allievi. Nel 2016, partecipò a un importante convegno a Pavia. L’anno successivo ricevette la massima onorificenza della Pontificia Università Lateranense; nel 2019, fu nuovamente a Pavia, dove fu insignito della medaglia onoraria dell’Ateneo. A pochi mesi di distanza da questo incontro, fu ancora in Italia per una seconda lectio magistralis nell’ambito di un convegno sul rapporto filosofico tra Emanuele Severino e Martin Heidegger. Avrebbe dovuto curare nel 2020 un seminario su Agostino e la fenomenologia presso il Collegio Borromeo di Pavia: annullato per via della pandemia, quella relazione sarebbe stata l’ultima tenuta da von Herrmann. È d’altronde proprio Agostino l’autore antico più amato dallo studioso: all’Ipponate è dedicata l’unica monografia che abbia pubblicato su un pensatore greco-latino (seppur in relazione alla ‘fenomenologia ermeneutica’), disponibile anche in lingua italiana. La presenza della dottrina agostiniana del tempo nel suo itinerario di ricerca è infatti costante e rintracciabile fin dalla tesi di abilitazione Phänomenologische Untersuchungen zur Temporalität des Seinsverständnisses, data alle stampe nel 1971 col titolo Bewußtsein, Zeit und Weltverständnis. In questo lavoro, che resta il più speculativo della sua produzione, numerosi sono i riferimenti a Platone, Aristotele (il cui corpus è ampiamente consultato) e Plotino.

Impressiona notare come questa vocazione filosofica totale si sia declinata, sempre negli ultimissimi anni, anche negli ulteriori ambiti di competenza del classico maestro di scuola. Fino al luglio 2022 (è scomparso il 2 agosto) era solito ricevere – nel suo appartamento privato o nei luoghi friburghesi legati alla storia della fenomenologia – professori, ricercatori e studenti da tutto il mondo. La nomina del suo assistente particolare è del 2016. Due anni dopo, esce il volume 82 della HGA, curato personalmente da lui (ma si premurerà di coordinarne l’edizione sino alla morte). Nel 2019 (a 85 anni), accettava di seguire il suo ultimo Privatstudent. E, sempre nel 2019, avviava la pubblicazione dei corsi tenuti durante gli anni di insegnamento all’Università di Friburgo. Al momento, sono stati pubblicati per i tipi di Königshausen & Neumann (Würzburg): Transzendenz und Ereignis. Heideggers Beiträge zur Philosophie (Vom Ereignis). Ein Kommentar (2019); Intentionalität und Welt in der Phänomenologie Edmund Husserls. Zwei Freiburger Vorlesungen (2020); Kants Kritik der reinen Vernunft als transzendentale Metaphysik (2021). Dato il rigore metodologico ed espositivo di questi protocolli (von Herrmann teneva lezione leggendo i testi che preparava con meticolosità di anno in anno), è ora in programma una pubblicazione puntuale dell’intero lascito dattiloscritto, a cominciare dal volume Hermeneutik der Zeitlichkeit, in uscita per la fine dell’anno corrente. Una bibliografia completa dell’opera di Friedrich-Wilhelm von Herrmann è invece prevista per il prossimo anno, in un volume celebrativo per la casa editrice Springer.

Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscere Friedrich-Wilhelm von Herrmann ricorderà per sempre, con infinita gratitudine e affetto, il maestro rigoroso e infaticabile, l’uomo nobile e mite, lo studioso di filosofia che sa il proprio compito quale destinazione morale universale.

 

Jaka Makuc

Università di Bologna